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Il Diabete mellito tipo 2 (DMT2) ed il Binge Eating Disorder (BED) possono coesistere e peggiorare quindi gli esiti del trattamento.

Quando il diabete coesiste con un disturbo alimentare – In Italia il numero di persone che soffre di DMT2 è in costante aumento (3 milioni, Istat 2015), anche a causa dell’aumento di peso nella popolazione adulta.  Allo stesso tempo, le persone con una diagnosi di DMT2 hanno più probabilità di sperimentare disturbi psichiatrici come depressione maggiore e BED.

Una condizione che accomuna i due disturbi, è quasi sempre l’aumento di peso, dovuto in questo caso anche agli episodi di abbuffata. Durante gli episodi infatti, vengono consumate grandi porzioni di cibo che aumentano l’introito calorico e contribuiscono all’aumento di peso nel tempo. Basti pensare che in un’abbuffata è possibile introdurre fino a 3000 /4000 kcal.

Il Binge Eating peggiora la condizione di DMT2 sia sotto l’aspetto fisiologico (diminuzione della sensibilità insulinica, aumento glicemia, aumento di LDL colesterolo e Trigliceridi) sia sotto quello psicologico (sentimenti di fallimento, mancanza di speranza, problematiche relazionali e sociali).

Uno studio effettuato su 215 pazienti con DMT2 e BED ha mostrato come aumentavano i livelli di Emoglobina Glicosilata HbA1c, rispetto al numero di episodi e dunque gravità del BED. Allo stesso modo, i pazienti che avevano tali effetti, erano tra coloro i quali avevano ricevuto la diagnosi di DMT2 negli ultimi 5 anni. Questo dato fa riflettere maggiormente sulla necessità di effettuare una diagnosi di Disturbi Alimentari nei primi periodi subito dopo la diagnosi di DMT2.

Nei pazienti con DMT2 è spesso presente anche la Sindrome Metabolica (costellazione di fattori di rischio cardiometabolico come Ipertensione, Iperglicemia, Ipercolesterolemia, Ipertrigliceridemia ed Obesità) e, il BED, compromette ulteriormente il quadro clinico.  Uno studio interessante  ha messo a confronto 134 individui con la stessa età e lo stesso Indice di Massa Corporea IMC con 134 individui con BED. Ovviamente, i soggetti con BED avevano una condizione di Dislipidemia più grave.

Per diagnosticare il Binge Eating Disorder sono necessari alcuni test psicodiagnostici somministrati in associazione ad un colloquio clinico. Tali test aiutano ad individuare anche la gravità del disturbo e il grado di compromissione.

 

Quale trattamento è indicato per il BED associato a DMT2?

I pazienti con DMT2 seguono un trattamento Diabetologico specifico e, qualsiasi altro trattamento deve essere ponderato e valutato in maniera scrupolosa.

Ad oggi, la terapia cognitivo comportamentale CBT è stata quella più studiata e che ha dato maggiori risultati in termini di risoluzioni cliniche.  Il protocollo CBT-E per i disturbi alimentari nel caso del BED ha mostrato risultati molto incoraggianti con tassi di remissione del disturbo a 12 e 24 mesi anche del 70%. In alcuni casi, si è assistito inoltre ad un miglioramento del quadro glicemico nei soggetti che avevano seguito il protocollo CBT-E.

Allo stesso modo, un programma di CBT-OB (obesità) sarebbe auspicabile per quei soggetti che devono assolutamente perdere peso. Alcuni studi hanno dimostrato come un programma sul cambiamento degli stili di vita possa perfino far regredire la malattia diabetica.

 

Sul piano farmacologico, ci sono nuove prospettive terapeutiche?

Un farmaco approvato per il disturbo da disattenzione ed iperattività ADHD, la Lisdexamfetamina, è l’unico approvato dalla FDA negli Stati Uniti per il BED.

Il meccanismo d’azione di questo “profarmaco” risiede proprio nell’aumento dell’attività dopaminergica e noradrenergica in determinate regioni cerebrali. Purtroppo, alcuni studi hanno rivelato la sua controidicatività nel caso di disturbi cardiovascolari ed ipertensione. In Italia, tale farmaco non è commercializzato e non è approvato per il Binge Eating Disorder.

L’unico farmaco approvato per la popolazione adulta in Italia, per la Bulimia Nervosa ma non per il BED, è l’SSRI Fluoxetina.

Una considerazione farmacologica nei pazienti con DMT2 può essere fatta con Liraglutide, un analogo del GLP-1, approvato dalla FDA per l’obesità e per l’aumento del peso correlato al DMT2. Ovviamente tale farmaco non ha alcun effetto sul BED in termini cognitivo- comportamentali e dunque non è efficace sui meccanismi di mantenimento del disturbo.

Il trattamento del Binge Eating Disorder  è di per se complesso, soprattutto in una condizione clinica con Diabete Mellito Tipo 2 e complicanze quale l’aumento di peso. Certamente la diagnosi di BED o di qualsiasi altro disturbo alimentare deve essere effettuata tempestivamente, soprattutto nei soggetti con diagnosi recente di DMT2.

Un protocollo basato sul cambiamento degli stili di vita dovrebbe essere preso in considerazione nei pazienti con DMT2 in associazione alla CBT-E se presentano un BED.

 

 

Bibliografia

Chevinsky, J. D., Wadden, T. A., & Chao, A. M. (2020). Binge Eating Disorder in Patients with Type 2 Diabetes: Diagnostic and Management Challenges. Diabetes, Metabolic Syndrome and Obesity: Targets and Therapy13, 1117.
Bianchi, C., Rossi, E., & Miccoli, R. (2016). Epidemiologia del diabete. In Il diabete in Italia (pp. 13-19). Bononia University Press.

 

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