Obesità e disturbi alimentari: quale connessione?
Obesità e disturbi alimentari: quale connessione? L’obesità, che si riferisce ad un’eccessiva adiposità, è diffusamente classificata utilizzando l’indice di massa corporea (BMI). Questo indice è infatti fortemente associato con le complicanze mediche prettamente cardiovascolari.
Un BMI di 30 o superiore definisce la soglia per l’obesità. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i tassi globali di obesità sono raddoppiati dal 1980 e ora ci sono più di 600 milioni di persone con obesità. L’obesità è associata a complicanze multiple, tra cui diabete mellito, malattie cardiovascolari, problemi polmonari, problemi muscoloscheletrici e alcuni tumori. Dati gli oneri ed i costi sanitari che ne derivano, esiste un ampio consenso sull’imperativo di prevenire e curare questa patologia.
I disturbi alimentari sono caratterizzati da disturbi regolari e persistenti nei comportamenti alimentari o correlati all’alimentazione, con disagio e disfunzionalità associate.
L’Anoressia Nervosa (AN) è caratterizzata da una grave restrizione dietetica e da un peso insolitamente basso, mentre la Bulimia Nervosa (BN) e il Binge Eating (BED) sono caratterizzati da persistenti abbuffate (l’assunzione episodica di grandi quantità di cibo in associazione ad un senso di perdita di controllo), con o senza comportamenti di compenso.
Le prove di studi epidemiologici hanno documentato che i disturbi alimentari sono rari rispetto all’obesità, con tassi di prevalenza durante l’arco della vita di 0,6, 1,0 e 2,8% rispettivamente per AN, BN e BED, come riportato nella National Comorbidity Survey Replication (NCS) degli Stati Uniti.
Tuttavia, i tassi di prevalenza sono aumentati e i disturbi alimentari sono fortemente associati ad altri disturbi psichiatrici e grave compromissione.
Studi epidemiologici hanno documentato forti correlazioni tra i disturbi caratterizzati da alimentazione incontrollata, ovvero BN e BED, ed obesità. Ad esempio, i dati dell’NCS-R hanno mostrato che il 31,3% degli individui con BN e il 42,4% di quelli con BED avevano obesità.
Uno studio multinazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha anche riportato elevati tassi di obesità tra gli individui con BN o BED (rispettivamente 38,1 e 41,7%). Dati gli aumenti della prevalenza dell’obesità (ad esempio, il 68,3% degli adulti statunitensi è sovrappeso o con obesità), non è chiaro se gli alti tassi di obesità tra gli individui con BN e BED riflettano cambiamenti nel BMI della popolazione, fattori causali condivisi o sovrapposti, o entrambi.
Le cause dell’obesità e dei disturbi alimentari sono complesse e implicano un’interazione variabile di diversi fattori, che vanno dai geni all’ambiente; pertanto, i trattamenti sono multifattoriali nello sviluppo di entrambi i disturbi.
Tuttavia, ci sono prove sostanziali che i cambiamenti nel comportamento alimentare, in particolare l’aumento del consumo di alimenti ampiamente disponibili e altamente appetibili, siano un fattore saliente nell’aumento dell’obesità.
L’eccessivo consumo di cibo appetibile (altamente palatabile) è anche caratteristico del BED, quindi l’idea di un rischio condiviso per l’obesità e i disturbi alimentari ha una notevole validità.
Cosa spiega la relazione tra alimentazione disordinata e obesità?
Sappiamo che non tutte le persone con obesità hanno disturbi alimentari e che non tutte le persone con disturbi alimentari hanno una condizione di obesità.
Studi condotti per identificare i fattori di rischio per AN, BN e BED hanno scoperto che l’obesità parentale, l’obesità infantile e i fattori culturali, familiari e individuali che aumentano la probabilità di condurre una dieta e/o sviluppare un’obesità, sono fattori di rischio per BN e BED.
Altri dati hanno suggerito che la perdita di controllo sull’alimentazione (la sensazione che non si possa controllare quanto si sta mangiando) sarebbe predittore di un aumento di peso nei soggetti esaminati.
Pertanto, è possibile sostenere che l’obesità e i disturbi alimentari abbiano una relazione bidirezionale.
Ad esempio, il legame tra i disturbi alimentari e l’obesità può essere spiegato in parte da un rischio sovrapposto per il disturbo psichiatrico, in particolare la depressione. L’obesità è associata alla depressione, che è stata collegata in modo prospettico con l’insorgenza dell’obesità. Allo stesso modo, BN e BED si riscontrano spesso in presenza di depressione maggiore. Quindi, può darsi che la depressione predisponga un sottogruppo di individui a sviluppare problemi alimentari e obesità. Numerosi studi hanno inoltre collegato i sintomi del disturbo da deficit di attenzione / iperattività (ADHD) con abbuffate e obesità; pertanto, i modelli di impulsività associati all’ADHD possono anche spiegare parzialmente la sovrapposizione tra problemi alimentari e di peso.
L’obesità, i disturbi alimentari e le altre condizioni psichiatriche come la depressione, possono cambiare nel corso dello sviluppo e della vita adulta. Inoltre, come notato, c’è un consenso sul fatto che fattori biologici, ambientali e socioculturali siano coinvolti nello sviluppo dell’obesità e dell’alimentazione disordinata.
La ricerca genetica ha dimostrato che sia l’obesità che i disturbi alimentari siano comuni all’interno della stessa famiglia.
Studi sui gemelli hanno evidenziato che esiste un’ereditabilità sostanziale per l’obesità, un’ereditabilità moderata per l’alimentazione incontrollata e una piccola sovrapposizione genetica tra obesità e alimentazione incontrollata. Studi di associazione su tutto il genoma hanno identificato molti loci genetici che colpiscono l’obesità, con i loci multipli ciascuno con piccoli effetti sull’IMC.
Uno dei primi loci identificati con una solida relazione con l’obesità era una variante del gene della massa grassa e dell’obesità (FTO). È interessante notare che recenti lavori hanno dimostrato che questo polimorfismo a singolo nucleotide (SNP) nel gene FTO è rilevante anche per AN (inaspettatamente) e BN. Un altro gene che è stato ripetutamente collegato all’obesità è il gene del recettore della melanocortina 4 (MC4R), e i dati emergenti suggeriscono che i suoi effetti sull’obesità possono essere mediati dalla relazione con il consumo emotivo di cibo, comportamento frequentemente riscontrabile nei disturbi alimentari.
Cosa è importante sapere per il trattamento?
Nel trattamento dell’obesità e dei disturbi alimentari bisogna fare molta attenzione alla tipologia del trattamento scelto. In alcuni casi, soprattutto quando si è in trattamento per la perdita di peso, vengono utilizzate metodiche non proprio funzionali al disturbo alimentare. Se hai un disturbo alimentare ed una condizione di obesità concomitanti, è sempre consigliabile fare un’accurata valutazione psicodiagnositica, effettuare approfondite analisi del sangue, ed affidarsi a trattamenti validati scientificamente.