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Nella genesi dei disturbi alimentari ci sono molteplici correnti di pensiero, alcune con un maggiore supporto scientifico rispetto ad altre. Questo è molto importante, in quanto il trattamento per i disturbi alimentari si basa sulla teoria di riferimento e, se questa non ha solide basi scientifiche, può essere fuorviante per il paziente e per i suoi familiari.

Disturbi alimentari cause: i fattori di rischio – Una teoria molto accreditata alla base dei disturbi alimentari vede questi ultimi come mezzi per affrontare problemi in diverse aree della vita, come l’autostima, i problemi emotivi e relazionali. Il mancato superamento di tali problematiche, porterebbe alcune persone ad una eccessiva valutazione dei vantaggi che possono essere ottenuti con la magrezza, il cambiamento della propria forma del corpo o il controllo dell’alimentazione.

 

I disturbi alimentari nascerebbero dunque come strategie “disfunzionali” per affrontare emozioni e conflitti personali.

 

Piuttosto che essere visti singolarmente, i disturbi alimentari evolvono all’interno di uno spettro di gravità-migrazione: la gravità dei sintomi si modifica nel tempo in risposta a eventi della vita, così come un disturbo alimentare può migrare verso un altro disturbo alimentare. Per approfondire il concetto di migrazione e spettro di gravità, è possibile leggere l’articolo qui.

 

Disturbi alimentari cause: ma quali sono i fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare un disturbo alimentare?

Genere: I disturbi alimentari sono più frequenti nelle donne, anche se la popolazione maschile è sottodiagnosticata;

Età: donne adolescenti o in giovane età adulta, anche se sono noti casi in donne oltre i 40 anni;

Geografia: maggiore incidenza nei paesi occidentali;

Personalità: alcune caratteristiche specifiche  costituiscono fattore di rischio rispettivamente per

  • Anoressia Nervosa: sensibilità, perfezionismo, perseveranza, autocritica.
  • Bulimia Nervosa: impulsività, umore labile, drammatizzazione.
  • Binge Eating Disorder: alto evitamento del danno, evitamento dei conflitti.

Storia famigliare: i disturbi alimentari sono più frequenti nei soggetti provenienti da famiglie con disturbi dell’umore e obesità;

Genetica: nel 50-70% dei casi il fattore di rischio è ereditario;

Gruppi di interesse: danza classica, culturismo, moda, sport agonistici (pattinaggio o ginnastica artistica), recitazione;

Orientamento sessuale: più elevanti nei maschi omosessuali e nelle femmine eterosessuali;

Età in cui si inizia a seguire una dieta: l’inizio di una dieta restrittiva in età adolescenziale aumenta di 8 volte il rischio di sviluppare un disturbo alimentare;

Gruppo etnico: in tutti i gruppi etnici nei quali vengono adottati ideali di magrezza occidentalizzati;

Predisposizione dovuta a malattie mediche: diabete mellito tipo 1, fibrosi cistica, prescrizione medica di corticosteroidi o alcuni farmaci psicotropi;

Predisposizione dovuta a disturbi psichiatrici: disturbi depressivi (40-70 %), disturbi d’ansia, disturbi ossessivo-compulsivi, abuso di alcol o altre sostanze;

Influenza dei media: frustrazione e autocritica dopo essere stati esposti a immagini del corpo  impossibili da raggiungere.

 

È molto importante ricordare che questi sono fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare un disturbo alimentare. Ciò significa che non tutte le persone che soddisfano alcune di queste condizioni svilupperanno disturbi alimentari, ma avranno certamente un rischio aumentato.

In passato, una delle cause principali era individuata nel rapporto con le figure genitoriali, in particolare con la madre. Questa teoria ha perso ad oggi gran parte della sua validità, sia statistica che clinica. Alle spalle di una persona con disturbo alimentare troviamo spesso una famiglia in crisi, ma questa è spesso una conseguenza del disturbo alimentare presente e non una causa.

Nella pratica clinica, poca rilevanza ai fini degli esiti del trattamento ha l’attribuzione della colpa, in quanto piuttosto risulta efficace focalizzarsi sui fattori che stanno mantenendo il problema.

 

Bibliografia

Mehler, P. S. (2017). Eating disorders: A guide to medical care and complications. JHU Press. Traduzione italiana a cura di Massimiliano Zantedeschi e Luca Montesi, 2020, Positive Press.

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